giovedì 20 giugno 2013

Competizione fiscale e società offshore


Competizione fiscale e società offshore. Spesa pubblica e crescita economica
Delle distorsioni causate in economia dall'attivismo degli Enti di Stato.

L'aumento del carico fiscale diminuisce la produzione di ricchezza
Mentre notano il legame empirico rovinoso tra il carico fiscale e l'allontanarsi della visione di prosperità, i prestigiatori dell'OECD continuano a rimanere vaghi su quel tema proferendo che sarebbe dura mostrare un legame chiaro fra la spesa pubblica e la crescita economica.

Le "grandi scoperte" del OECD
Paradossalmente, questa contraddizione non illumina le loro stesse estenuanti ricerche. Esaminando 21 Stati in un periodo dal 1970 al 1998, gli economisti dell'OECD hanno scoperto che l'aumento della quota fiscale riduce il livello di produzione di ricchezza. Pare una cosa tanto semplice; eppure bisognava mettere in fila le menti più brillanti della burocrazia europea, i raccomandati più raccomandati, e impegnarle su aggiustamenti di variabili, le più fantasiose e le più eclettiche, che non si allineano ma che poi si allineano che poi s'intersecano per poi intrecciarsi e sulle quali tanti insegnanti tediosi hanno ammorbato altrettanti studenti smarriti. Aumentando la dose di oppressione fiscale, diminuisce la dose di ricchezza. 

Chi trae vantaggio dalla recessione promuove la recessione
Bravi. Ma è proprio per questo che lo fanno, perché, anche se non pare logico, ci sono certe famiglie che si arricchiscono impoverendo il resto dell'economia e sottraendo maggiori quote di reddito a chi lavora e produce. I soggetti dello scambio economico non sono due (domanda e offerta) no. Sono almeno tre. E, chi si limita a vederne due, pur facendo un ottimo lavoro di tipo didattico, ancora una volta distoglie l'attenzione delle vittime dai loro reali oppressori. I soggetti economici sono perlomeno TRE (domanda, offerta, intermediazione). E, per quelli che hanno fatto il classico e che credono parola per parola alle stronzate dei giornali italiani, per loro, i quali credono che tutti questi danni derivino dall'incapacità dei prestigiatori di fare la giusta magia, per loro, aggiungiamo che c'è un quarto soggetto che interferisce alla grande e che può produrre grandi mutazioni nell'economia di una comunità: lo Stato Sovrano.

Il peso di uno Stato, misurato dal carico fiscale o dalla spesa pubblica, esercita una pressione negativa sull'accumulazione di capitale, "sia direttamente che indirettamente"; e cioè, sia a causa dei prelievi fiscali imposti che esso implica e sia per via dei disincentivi che genera 

Appare quindi chiaro che l'OECD sostiene un messaggio politico incoerente ed arbitrario, in linea con le aspettative dagli Stati che rappresentano (solamente) le potenti élite che li finanziano (Germania, Regno Unito e Francia finanziano assieme il 24% del bilancio OECD, gli USA il 25%, mentre Svizzera solo l'1,5% e il Lussemburgo lo 0,1%, per fare degli esempi; fonte: OECD Annual Report - 2008), ma in contraddizione perpetua con le sue ricerche in ambito economico.

Protezionismo fiscale
L'obiettivo del Comitato degli Affari Tributari, composto maggiormente da avvocati delle amministrazioni tributarie degli Stati membri, sembra più che altro quello di cercare giustificazioni per la tensione verso il protezionismo fiscale degli Stati ad alta oppressione fiscale, fondato sull'arbitrarietà tipica del legalismo fiscale, in assoluta ignoranza, o totale indifferenza, della ricerca economica sul tema.

Competizione fiscale "funesta"
La natura arbitraria della guerra OECD verso la "competizione fiscale nociva" e contro la prosperità dei centri finanziari offshore collocati nei cosiddetti Paradisi Fiscali, si riflette anche sulla sua polarizzazione intorno all'attrattiva dei sistemi fiscali. Interventi reali di politica economica, specialmente sotto forma di sussidi, particolarmente apprezzati negli Stati ad alta oppressione fiscale, sono stati completamente ignorati dal Comitato degli Affari Tributari. 

Le conclusioni del comitato degli Affari Tributari
Le sue conclusioni, a parte il fatto che non trovano giustificazione economica, possono solo portare a raccomandazioni improprie, poiché ignorano le reali distorsioni causate in economia dall'attivismo degli Enti di Stato. Anche senza tenere in considerazione i massicci interventi, titolati "piani di stimolo", nel contesto della corrente recessione economica, molti Stati membri dell'OECD, e soprattutto membri dell'Unione Europea, fanno un uso estensivo dei sussidi statali all'economia, che per natura falsano la concorrenza sul mercato. Anche se la politica sulla competizione dell'Unione Europea teoricamente proibisce i sussidi statali, la stessa politica della stessa organizzazione sui sussidi statali permette numerose eccezioni che sono ritenute compatibili esclusivamente sul mercato dell'Unione Europea. Gli aiuti non sono solo consentiti in ambito fiscale-tributario ma anche nella sfera dell'esenzione fiscale. Per esempio, sussidi possono essere  assegnati ad aziende per favorire lo sviluppo di determinati settori e incoraggiare la crescita di piccole e medie imprese. Significativamente, il 65% dei sussidi statali dell'Unione Europea va ai settori manifatturiero e dei servizi; solo il 26% va in agricoltura; il resto è destinato all'industria del carbone (6%) e ai trasporti (2%).





Costituire oggi la tua società offshore
IBC – Consulenti di diritto tributario Internazionale
Banche off-shore: assistenza per i trasferimenti di fondi. Pagamenti rapidi con le banche offshore d’importanza mondiale; inviare bonifici, o riceverne, da e per tutto il mondo. 






Nessun commento:

Posta un commento